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Pd minestra riscaldata, svoltare con i cittadini

a cura di in data 6 Giugno 2016 – 10:43

Il Secolo XIX Locale, 1° giugno 2016 – “Cos’è la destra, cos’è la sinistra”: l’intervento di Moreno Veschi mi ha fatto venire in mente la domanda di Giorgio Gaber nell’ultima fase della sua vita. “Una bella minestrina è di destra, il minestrone è sempre di sinistra”, cantava lui. Oggi l’importante è evitare le minestre riscaldate: altrimenti aumenterà ancora il distacco, mai così grande, tra governati e governanti (di destra e di sinistra). Certamente il Pd è una minestra riscaldata, e così il centrodestra: le alternative politiche sono tutte interne allo stesso modello e dunque irrilevanti. Poche sono le differenze tra la riforma costituzionale di Renzi e quelladi Berlusconi, come tra il piano casa di Burlando e quello di Toti. I diversi schieramenti agiscono sempre all’interno dello schema, valoriale e programmatico, del ‘partito della nazione’.Insomma, la crisi di identità dei partiti li porta ad assomigliarsi tutti.Veschi cita Gramsci: che però fu un grande pensatore “eretico”, “irrequieto”, isolato nel suo stesso partito, che seppe vedere la “crisi di egemonia” dei partiti.

Veschi cita poi Macaluso per riproporre l’obbiettivo di “cambiare il Pd”. Il dramma è che gli eredi di Togliatti, travolti dal crollo della loro cultura politica, non sanno vedere oltreRenzi: Napolitano docet. E la “sinistra Pd” è un danno in potenza ogni volta che fa una “battaglia” per poi cercare la mediazione: ha sempre digerito tutto. La vicenda spezzina lo testimonia: tanto rumore per nulla. Anzi, peggio: due assessori e tre consiglieri in meno, e nessun cambio “programmatico”, anche perché mai richiesto. L’ultima occasione è il No alla riforma costituzionale, come ha ben spiegato Sandro Bertagna. Se il No prevarrà, poi tutto sarà diverso.

Sarà più facile anche costruire nuoveaggregazioni.Veschi mi chiede: con chi realizzare la svolta? Rispondo così: con i cittadini, a partire da quelli che non votano più o, delusi dai partiti, non sanno più per chi votare.Con tutte le competenze e le passioni, anche quelle presenti nei partiti:ma dentro lo spazio aperto di un grande progetto civico, che proponga una città più partecipata, più giusta, profondamente rinnovata nella sua economia. Con un cuore gettato ben oltre l’ostacolo della sinistra conosciuta, che raccolga umori e bisogni diffusi ben oltre il cerchio chiuso della sinistra. Una forza che arrivi al ballottaggio e vinca al secondo turno. Non è una missione impossibile: dipende soprattutto dalla disponibilità di tanti a impegnarsi in prima persona.

Giorgio Pagano
Cooperante, già Sindaco della Spezia

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