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10 Aprile 2024 – 20:59

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Ripensare il Mediterraneo un compito dell’Europa

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Presentazione di “Istanbul” di Franco Cardini

a cura di in data 20 Febbraio 2015 – 14:57
Invito del 25 Febbraio - Cardini

Invito del 25 Febbraio – Cardini

PRESENTAZIONE DI “ISTANBUL” DI FRANCO CARDINI
Mercoledì 25 febbraio ore 17 Urban Center

Franco Cardini, professore emerito di Storia medievale nell’Istituto Italiano di Scienze Umane/Scuola Normale Superiore e Directeur de Recherches nell’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi e Fellow della Harvard University, sarà il protagonista della prossima iniziativa dell’Associazione Culturale Mediterraneo. Per il ciclo “Ripensare il Mediterraneo un compito dell’Europa” lo storico fiorentino presenterà il suo libro “Istanbul” mercoledì 25 febbraio alle ore 17 all’Urban Center di via Carpenino. Cardini ci accompagna a Istanbul, la Nuova Roma, Costantinopoli, il prezioso anello di congiunzione tra il Levante e l’Occidente, aiutandoci a penetrare lo spirito della sua cultura, alla ricerca della città incantata e delle tracce di un passato che ci appartiene. Così l’autore si rivolge ai lettori nell’introduzione: “Viaggiatori avveduti e turisti diligenti che mettete in conto di affidarvi, prima di partire, a voluminose guide: nelle mie intenzioni -e nelle mie speranze- l’ideale sarebbe che lasciaste da parte libri, guide e mappe e vi affidaste fiduciosamente a queste pagine. Certo, questa è la ‘mia’ Istanbul. Non pretendo che diventi anche la ‘vostra’: mi basterebbe che quanto qui leggete vi aiutasse a trovarla”.

Franco Cardini avrà un altro impegno alla Spezia: al mattino, al cinema Don Bosco, incontrerà gli studenti del Liceo Scientifico sul tema “L’Islam tra terrorismo e democrazia. La sfida del dialogo”.


Lo storico e saggista Franco Cardini ha affascinato, nella sua giornata spezzina organizzata dall’Associazione Culturale Mediterraneo, gli studenti del Liceo Scientifico, che ha incontrato al mattino al cinema Don Bosco, e la folta platea dell’Urban Center, dove, nel pomeriggio, ha presentato il suo libro “Istanbul”.

Al mattino il tema dell’incontro era “L’Islam tra terrorismo e democrazia. La sfida del dialogo”. Per Cardini il fenomeno del terrorismo si spiega così: “La politica è in crisi, qualcuno, in Occidente, ha scoperto l’Islam: ma sono poche decine di migliaia di persone, con cui non si fa un esercito”. L’esercito, semmai, “si fa con quello iracheno, sopravvissuto al crollo di Saddam Hussein”. Lo storico fiorentino ha messo in luce le grandi responsabilità dell’Occidente in quanto sta accadendo: “Le radici dell’oggi stanno nel passato, la prima guerra mondiale è all’origine di tutti i mali, ha portato alla seconda e alla crisi in Oriente, causata dalla cancellazione dell’Impero ottomano e dal sistema coloniale: il comportamento di Francia e Gran Bretagna ha portato a far sì che, da allora, il mondo arabo non si fidi più dell’Occidente”. Gli errori dell’Occidente sono proseguiti fino ai nostri giorni, dalla “nascita degli Emirati e dell’Arabia Saudita, creazioni della Gran Bretagna, che oggi finanziano i terroristi, fino alla guerra all’Iraq, “che non aveva armi di distruzione di massa, e la cui disintegrazione porta armi e uomini al qaedismo”. Ma la responsabilità più importante, secondo Cardini, è “la concentrazione della ricchezza nelle multinazionali: alla domanda ‘perché si scappa dall’Africa’ si può rispondere solo spiegando il furto continuo che noi facciamo”. Bisogna, ha concluso Cardini, ”interrompere la concentrazione della ricchezza in poche mani: la religione non c’entra nulla, non ci sono guerre di religione ma guerre per il potere economico e politico, che hanno un’apparenza religiosa”. Servirebbero, “per tornare al dialogo”, “l’Onu, un governo mondiale e l’Europa politica”, ma “non se ne vedono le condizioni”.

Al pomeriggio Cardini ha parlato non solo di Istanbul, ma anche di Gerusalemme, oggetto di un suo libro precedente: “Gerusalemme è una città tragica, che ti sconvolge, Istanbul ti dà il senso dell’armonia… La cifra di Gerusalemme è la sopraffazione reciproca, quella di Istanbul è la convivenza reciproca, la connessione tra Europa, Asia e Africa: Istanbul poteva essere il luogo dell’Europasiafrica pacificata, ma il progetto saltò per responsabilità di francesi, britannici e russi”. L’analogia tra le due città vale per l’oggi: “Israele sta ebraicizzando Gerusalemme, la sua parte storica è araba, ma è assediata dalla parte moderna… Così sta facendo Erdogan in Turchia, il centro storico bizantino e europeizzato, simbolo della convivenza, è assediato dai moderni grattacieli realizzati con capitali arabi sauditi, simbolo di un Paese a cui l’Europa non interessa più”.

 

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