Presentazione alla Spezia di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi – Venerdì 5 aprile ore 17 alla Biblioteca Civica Arzelà di Ponzano Magra
28 Marzo 2024 – 08:58

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La riscoperta del mare e il dibattito sul porto

a cura di in data 27 Agosto 2012 – 09:37
La Spezia, Cadimare    (2011)     (foto Giorgio Pagano)

La Spezia, Cadimare (2011) (foto Giorgio Pagano)

Città della Spezia – 26 Agosto 2012 – Anche l’andar per sagre, nelle calde sere d’estate, ci aiuta a capire come, sia pure lentamente e tra tante difficoltà, il cammino della riscoperta del mare da parte degli spezzini stia facendo passi in avanti. Sono stato nella nuova piazza a mare di Ruffino e San Bartolomeo, situata tra due cantieri navali e l’ex caserma Fiastri dell’Aeronautica: è il frutto di un impegno durato molti anni, che ha visto collaborare le associazioni della zona, il Comune, l’Autorità Portuale, la Capitaneria di Porto, l’Istituto Tecnico Nautico e l’Aeronautica. Dapprima, entrando da viale San Bartolomeo, si incontra un campetto in erba sintetica, in un’area dove sorgevano locali dell’Aeronautica, poi una palazzina ad uso della Capitaneria e del Nautico, con una bella terrazza coperta destinata alle due associazioni dello “Streppio” e della “Borgata Marinara”. Infine lo spazio a mare, già oggi usato dal Nautico. In previsione c’è la costruzione di pontili, dove potranno ormeggiare piccole imbarcazioni. Il sogno di tutti è partecipare al Palio del Golfo con un proprio armo: del resto nel bando originale della disfida remiera una borgata a San Bartolomeo era già prevista.

Un’altra bella serata l’ho passata nell’altro lato del Golfo, a Cadimare. E’ un borgo più fortunato, perché ha sempre mantenuto uno spazio pubblico a mare. Recentemente si è arricchito, nell’area dove fino a pochi anni fa sorgeva un cantiere navale, di una piazza, di una banchina, di un campetto sportivo e di una piccola spiaggia, detta “dei Tregi”. Anche in questo caso è servito un lungo lavoro di progettazione partecipata e di condivisione tra istituzioni e tra queste e le associazioni della zona, da “Cadimare 2000” alla Società di Mutuo Soccorso, fino a “Lo sbarco dei pirati”. Ogni volta che vado mi accorgo che Cadimare sta migliorando sempre più: ha nuovi esercizi e due bed and breakfast, mentre molte case della Marina sono state ristrutturate e dipinte con i classici colori liguri. Certo, non mancano le note dolenti sui problemi irrisolti. E’ stato rimosso il relitto della nave Maxime, ma resta il rudere di un bacino galleggiante: l’Autorità Portuale si sta comunque dando da fare, e i cadamoti sono fiduciosi. Più lontane nel tempo sembrano le riconversioni delle aree militari che, ai due lati di Cadimare, lo cingono con le sbarre, limitandone le grandi potenzialità turistiche. Da un lato il “Campo in ferro” della Marina, abbandonato e dismettibile ma da bonificare; dall’altro lato l’ampia area dell’Aeronautica, anch’essa dismettibile. Tutto è fermo, perché le procedure sono incerte e i soldi pochi. Serve uno scatto per uscire dall’impasse, intanto con piccoli passi capaci di far intravvedere il futuro: per esempio alcune aree dell’Aeronautica più vicine al borgo potrebbero essere cedute da subito, per parcheggi o per sedi di aggregazione sociale (l’edificio ex lavanderia).
E nel resto del Golfo che succede? Partiamo dal sogno della spiaggia alla diga foranea: abbandonata l’idea di coinvolgere il grande architetto, di origine spezzina, Gaetano Pesce (peccato: è l’unico italiano le cui opere sono presenti nella collezione permanente del MoMa di New York…), l’Autorità Portuale ha indetto nei mesi scorsi un concorso di idee per la fruibilità turistica e la riqualificazione ambientale e paesaggistica della diga. I tempi non saranno brevi, ma almeno -finalmente- si è imboccata una strada.

La Spezia, Cadimare (2011) (foto Giorgio Pagano)

La Spezia, Cadimare (2011) (foto Giorgio Pagano)

Per molti altri progetti la situazione appare invece bloccata. Sul waterfront il Sindaco, nel programma con cui ha vinto le elezioni, ha parlato di “rivisitazione del masterplan”: ora occorre varare i conseguenti atti amministrativi, e non sarà facile il confronto con l’Autorità Portuale. Ragion di più perché la discussione sia trasparente e partecipata. A Ponente lo stallo del confronto con la Marina non offre risposte alle rivendicazioni di Marola. Al momento vige il Piano Brin, che nega la possibilità che le aree davanti a Marola ritornino alla comunità (a parte il “Campo in ferro”, di cui si è detto). A Levante le due Marine di Canaletto e di Fossamastra vanno ricollocate per consentire lo sviluppo del porto, ma a molti anni dall’approvazione del Piano Regolatore Portuale poco si è fatto per la realizzazione della “Marina del Levante” tra il molo Pagliari e il molo Enel. Idem per la “fascia di rispetto” tra porto e città. Intanto l’Autorità Portuale ha approvato l’avvio di “opere di grande infrastrutturazione portuale” da parte di Contship: va avanti speditamente, con investimenti privati, lo sviluppo del porto, ma gli interventi che lo devono precedere, così come prescritto dal Piano Regolatore Portuale, devono ancora vedere la luce. Il patto città-porto è stato alterato -ha sostenuto il coordinatore provinciale del Pd Moreno Veschi- e va quindi recuperato. Non a caso in Comitato Portuale il Comune della Spezia si è astenuto sulla delibera.
La querelle sembra tuttavia travalicare l’aspetto della compatibilità degli interventi con il rispetto dell’ambiente e dei diritti dei concessionari delle Marine. Il Sindaco e l’assessore Savoncelli hanno infatti posto anche un’altra questione, chiedendo un supplemento di istruttoria sulla legittimità della delibera. Posizione analoga ha espresso il circolo spezzino di Sel. Lo ha ben spiegato il Sindaco: “La concessione esclusiva di così tanta parte di fronte a mare della città a un operatore privato per 53 anni non dovrebbe essere assunta con sbrigativa presa d’atto da nessuno, nonostante i corposi e benvisti investimenti. Certo non da chi rappresenta la città”. Sotto traccia emerge un tema decisivo: il rispetto delle leggi che intendono realizzare un corretto regime della concorrenza all’interno dei porti. Il tema del dibattito non è: chi vuole il lavoro e chi non lo vuole? Questa è una caricatura. Il tema del dibattito è: il porto di Spezia deve avere un regime monopolistico con un solo terminalista, sia pure solido e capace, o un assetto con più terminalisti in concorrenza tra loro? E’ su questo tema che occorre una discussione vera, a cui segua un’assunzione di responsabilità da parte di tutti.

lucidellacitta2011@gmail.com

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