Presentazione alla Spezia di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi – Venerdì 5 aprile ore 17 alla Biblioteca Civica Arzelà di Ponzano Magra
28 Marzo 2024 – 08:58

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Non dobbiamo perdere il valore Cinque Terre

a cura di in data 5 Ottobre 2010 – 15:44

Il  Secolo – XIX 5 ottobre 2010 – Avevo deciso di dedicare la rubrica di oggi al progetto “Sbottigliamoci”, l’ultimo presentato dal Parco delle Cinque Terre. Poi è venuta alla luce l’inchiesta della magistratura, che ha portato al commissariamento del Parco. Faccio solo un cenno al progetto, perché secondo me aiuta a capire ciò che deve fare la politica in questa nuova, drammatica, fase.”Sbottigliamoci” vuole ridurre il consumo di bottiglie d’acqua di plastica (due milioni abbandonate ogni anno nelle Cinque Terre) e il loro devastante impatto ambientale attraverso l’installazione di erogatori da cui attingere acqua di rete pura, fresca e anche gassata con borracce biodegradabili distribuite dal Parco. Un bel progetto, esempio di un lavoro teso a salvaguardare l’identità culturale e ambientale del territorio e a far crescere il turismo consapevole e attento alla qualità. E’ stata questa la “cifra” dell’offerta turistica dello spezzino in questi anni. E le Cinque Terre ne sono state il traino: con una ripresa dell’agricoltura che ha contribuito alla salvaguardia del territorio e allo sviluppo del turismo, con poco cemento e poche seconde case (Brunetta a parte…). Sono meriti incancellabili.
Mentre il turismo in Italia e in Liguria cala, da noi cresce: 546.000 arrivi e 1.686.000 presenze nel 2008, 560.000 presenze e 1.779.000 presenze nel 2009. Se scomponiamo il dato provinciale del 2009 capiamo l’importanza delle Cinque Terre- ben 114.000 arrivi e 342.000 presenze in un piccolissimo territorio- e come esse abbiano favorito le aree limitrofe: 130.000 arrivi e 491.000 presenze a Levanto e in Riviera; 217.000 arrivi e 519.000 presenze nel Golfo dei Poeti; 23.000 arrivi e 71.000 presenze in Val di Vara. Occorre puntare con decisione su questa vocazione, tanto più in una fase in cui tutti gli altri settori sono in crisi. Serve un sistema integrato, che allunghi le stagioni, migliori l’accoglienza, sviluppi il marketing e rafforzi le imprese, ancora troppo piccole e isolate tra loro (come in tutti i nostri comparti produttivi).
Ma non possiamo fare questo salto “perdendo” il Parco delle Cinque Terre. Guai a tornare indietro. Ci rimetterebbero non solo le Cinque Terre, i duecento occupati nelle cooperative e i tanti altri nelle attività turistiche, ma tutta la provincia. La magistratura deve fare il suo lavoro, che merita il massimo rispetto. Franco Bonanini dirà la sua verità: spero tanto che la sua salute migliori, e che ci convinca. La politica deve riflettere sui rischi della personalizzazione nella guida delle istituzioni. L’antidoto sta nella partecipazione costante dei cittadini, che garantisce, stimola e controlla la qualità della rappresentanza, impedendole di vivere in un mondo separato e non trasparente.
Ma l’urgenza oggi è quella di non gettare il bambino con quella che, leggendo le intercettazioni, è acqua sporca. La politica deve salvare il Parco e il suo modello di salvaguardia ambientale e di offerta turistica. Il commissario va supportato da tutti, ma poi deve tornare la politica espressione di un territorio che partecipa. Regione, Provincia e Comuni, cioè i membri della Comunità di Parco, devono essere protagonisti di questa fase, per fare chiarezza sul passato, mettere una “cintura di sicurezza” attorno al Parco e garantirne un nuovo futuro.

lontanoevicino@gmail.com

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