Per un golfo di pace, lavoro e sostenibilità “Riflettiamo sul progetto Basi Blu” – Sabato 13 aprile ore 17 alla Sala conferenze di Tele Liguria Sud
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L’anniversario del 2011 non va dimenticato

a cura di in data 1 Marzo 2009 – 17:45

Il Secolo XIX – 1 marzo 2009 –  La mostra per il centenario della pubblicazione del manifesto futurista, che ho visitato nei giorni scorsi a Roma, interpreta bene, attraverso i capolavori esposti, le regole innovative di un movimento che voleva riallacciare l’arte al mondo moderno richiamandosi ai miti della velocità, del progresso, della tecnica e all’ideale di un’umanità ardita e coraggiosa. Ci sono mostre anche a Milano e a Rovereto, e iniziative in tante altre città. Spezia fu una città futurista: le trasformazioni economiche e urbanistiche e il clima culturale aperto al nuovo furono un contesto fertile per lo sviluppo del movimento. I primi contatti tra la nostra città e il Futurismo avvennero già nel 1909, quando Marinetti vi si recò per la prima volta. Poi, tra il ’30 e il ’35, Spezia fu uno dei centri più importanti del “Secondo Futurismo”. Le tante iniziative tenutesi in quegli anni sono state ricostruite dalla bella  mostra organizzata da Fondazione e Banca Carispe tra 2007 e 2008. Ma alla riflessione sul centenario non dovremmo mancare: i quadri, del resto, sono soltanto una parte del Futurismo, che fu  un movimento che voleva modificare ogni elemento dell’esistenza. Una rivoluzione globale, che invase il teatro, la moda, la musica, la danza, il cinema, la cucina …E da noi, in particolare, l’architettura, come dimostrano il Piano Regolatore del ’30, il Palazzo delle Poste di Mazzoni, la Casa d’Arte e le abitazioni di Costa. Insomma, sono tante le cose da  ricordare: magari più nelle “serate”( oggi si direbbe “notti bianche”) che nei musei, luoghi che i futuristi non amavano… E comunque rievocare quella avanguardia, anche per criticarne le ingenuità e soprattutto il bellicismo di molti suoi esponenti, è utile oggi per guardare da una posizione non conformista e non provinciale ai problemi del nostro tempo.
A proposito di anniversari, è davvero azzeccata la scelta del Comune e di altri enti di ricordare i 140 anni della costruzione dell’Arsenale con la Festa della Marineria. Una serie di eventi legati dal tema per noi più identitario, il mare. Anche così ci candidiamo a diventare “capitale marittima del Mediterraneo”.
Si avvicina, infine, un altro anniversario: il 150° dell’Unità d’Italia nel 2011. Per l’occasione il Governo Prodi ha finanziato interventi infrastrutturali definiti “anticipatori” per 150 milioni: a Venezia, Firenze, Perugia, Torino, Novara, Reggio Calabria, Isernia. E a Ospedaletti, piccolo borgo vicino a Sanremo. Me ne sono accorto di recente: non riuscivo ad arrivarci, perché è diventato un enorme cantiere. Con un investimento di 11 milioni si stanno costruendo il Municipio, parcheggi, parchi, impianti sportivi, culturali e ricettivi. Che successe di importante a Ospedaletti nel 1861? L’imperatrice di Russia fu consigliata dal medico di recarvisi per far cura di aria tiepida: ma non andò perché non c’erano abitazioni decorose. In quell’ anno, a Spezia, dove già c’erano gli alberghi per le vacanze dei Savoia, iniziarono i lavori per costruire il più moderno e importante Arsenale d’Europa. Spezia diventò una città, anche se a prezzo della perdita di tanti tesori naturali e artistici. E dello sfruttamento di tanta povera gente. Insomma, il rapporto con il nuovo  Stato unitario è stato così forte, nel dare come nell’avere, che nel 2011 non ci meritiamo proprio di essere dimenticati. Il governo Berlusconi completerà il piano degli interventi: il ministro competente è Bondi, che Spezia la conosce bene. Facciamoci sentire.

lontanoevicino@gmail.com

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